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La rischiosa estate del riccio

Osserviamo l'estate con gli occhi di questo piccolo animale selvatico: una stagione contraddistinta dalla prepazione del nido e dal superamento delle tante insidie di un ambiente urbano.

La rischiosa estate del riccio
Una famigliola di ricci

Con il periodo dell'accoppiamento – tra maggio e agosto - continuano le migrazioni notturne dei maschi in cerca di femmine. Con questi spostamenti, che possono essere lunghi anche qualche chilometro, inevitabilmente gli esemplari attraversano delle strade e il rischio di essere investiti è molto alto.

Intanto le femmine sono alle prese della preparazione del nido, fatto di foglie, rametti ed erba accumulata, ad esempio, tra le radici di un albero o sotto una catasta di legna, o ancora fra cumuli di pietre. Mamma riccia preferisce i luoghi un po' rialzati - così che il nido possa restare sempre all'asciutto - e riparato da luci e rumori. Se però mamma riccio viene disturbata, è capace di abbandonare i cuccioli o, se sono abbastanza grandi, di trasportarli in un nuovo rifugio più improvvisato.

Dopo 35 giorni di gestazione, nascono i primi riccetti. Di solito sono dai 2 ai 7 piccoli e la mamma dovrà allattarli per circa 6 settimane, sino a quando sono abbastanza grandi da abbandonare il nido. Questo è un momento critico perché devono imparare a cavarsela da soli e a cercare il cibo in autonomia. Fortunatamente, già a quattro settimane avranno incominciato a fare le prime uscite dal nido, sotto il controllo e gli insegnamenti della mamma, e quindi a prepararsi per una vita adulta.

CHE COSA POSSIAMO FARE NOI? Vai al post successivo per scoprire come possiamo aiutare i ricci a sopravvivere ai pericoli dell'ambiente urbanizzato.

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Un riccio con il suo piccolo

Tratto da: Paola Viviana Trovò, ‘L’estate del riccio’, su Piemonte Parchi

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